Il ginkgo, oltre ad essere considerato l'albero più vecchio presente sulla faccia della terra, è anche uno dei più longevi, dal momento che può raggiungere i 1000 anni di vita. Non c'è da stupirsi, dunque, che in giappone sia considerato un albero sacro, spesso presente nelle vicinanze dei templi. Per questo motivo si ritiene che la specie sia stata preservata grazie alla coltivazione operata dai monaci cinesi per ornare i luoghi di culto. Il ginkgo biloba è una pianta che affonda le sue radici in tempi assai remoti, dal momento che è comparsa circa 200 milioni di anni fa. Alta fino a 30-40 metri, con un tronco che può raggiungere il metro di diametro, è stata definita da darwin un fossile vivente, in quanto unico esemplare appartenente alla famiglia delle ginkgoine. Oggi, è diffuso nelle aree temperate del pianeta, come pianta ornamentale da parco e da viali cittadini; proprio a tale scopo è stato introdotto in europa a metà del XVIII secolo. In erboristeria si adoperano le foglie tagliate che vengono indicate contro i disturbi di memoria e per le condizioni che, soprattutto durante la terza età, sono associate alla riduzione del flusso di sangue al cervello (come mal di testa, vertigini, acufeni, difficoltà di concentrazione e disturbi dell'umore). Trova inoltre impiego in altri problemi associati a disturbi della circolazione, come dolori alle gambe mentre si cammina (claudicatio) e sindrome di raynaud. È utilizzato in caso di problemi cognitivi e di memoria grazie proprio alla sua capacità di migliorare l’irrorazione sanguigna con relativa ossigenazione dei tessuti cerebrali, disfunzioni sessuali, glaucoma, retinopatia diabetica, degenerazione maculare senile, o che portano ai problemi di memoria tipici dell'alzheimer. E’ anche un ottimo fluidificante sanguigno.
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